La figura professionale del barista in Italia ha conosciuto momenti più o meno felici. Negli ultimi decenni ha sicuramente perso di valore. Innanzitutto, sono stati aperti (e spesso poi chiusi) un numero elevato di bar da parte di chi sperava in un business facile e poco impegnativo. Abbiamo visto quindi decine di migliaia di locali senza una visione chiara di business, con il solo obiettivo di fornire un reddito al titolare, ma che hanno causato un abbassamento della qualità sul mercato.
In queste condizioni, il mondo del bar in Italia è diventato sempre meno professionale e il lavoro del barista sempre meno interessante a causa di turni impegnativi, retribuzioni basse e scarse possibilità di crescita professionale. In questo contesto così complesso non mancano certamente i professionisti validi, che però lo sono proprio perché hanno investito personalmente nella propria formazione attraverso vari percorsi privati.
Le scuole alberghiere pubbliche sono ben presenti e dovrebbero avere un ruolo cruciale in un’economia come quella italiana, ma troppo spesso hanno risorse molto limitate e attrezzature obsolete quando si tratta di insegnare la caffetteria. Alcuni validi insegnanti continuano a spendersi con passione, cercando di superare i limiti delle scuole, sovente con la collaborazione di torrefazioni locali e di aziende del settore.
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