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Il caffè take-away è diffuso in Italia?


I principali luoghi di consumo del caffè in Italia sono casa, bar e lavoro. In tutti e tre i casi il caffè è preparato e consumato sul posto. A casa continua a essere molto utilizzata la moka, con le capsule e le cialde che sono cresciute negli anni. Sul lavoro ci si affida soprattutto proprio a quest’ultime oppure alle macchine vending. Al bar, inutile dirlo, vince l’espresso in tazza.


Per diversi mesi durante la pandemia i bar non hanno potuto accogliere ospiti. I clienti avevano quindi solo la possibilità di farsi consegnare il caffè a domicilio oppure di ritirarlo senza mettere piede nel locale. Per la prima volta si è quindi assistito a un massiccio ricorso al take-away e al delivery.


Con la riapertura completa dei bar, il take-away è tornato a essere una modalità secondaria. La prima ragione è che il bar per gli italiani non è solo un luogo di consumo ma soprattutto un luogo di relazioni sociali: bere un caffè è un modo di stare in compagnia.


Inoltre, l’espresso italiano non è particolarmente adatto al take-away. Infatti, è una bevanda corta che si beve calda in una tazzina che garantisce una certa coibenza termica. Quando si raffredda non solo perde la sua intensità olfattiva, ma risulta anche più amaro.


I contenitori di plastica e di carta sono inoltre generalmente poco idonei per la scarsa capacità di gestire il calore della bevanda. Il caffè risulta estremamente caldo all’inizio e poi perde rapidamente di temperatura. Inoltre, i bicchierini di carta di minore qualità hanno la tendenza a trasmettere odori all’espresso.


Photo by Unsplash / Dan Burton

 

Se avete domande sul caffè in Italia, lasciatele nei commenti e saremo felici di rispondervi!

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